Il giovane ha confessato. Che ha aggredito il 24enne con un machete, riducendolo quasi in fin di vita, mentre era in compagnia della sua fidanzata a bordo di un monopattino nel quartiere Mirafiori Nord di Torino. La polizia ha poi fermato il ragazzo di nobili origini, con l’accusa di tentato omicidio.
Durante l’interrogatorio il giovane avrebbe affermato di essere “completamente all’oscuro” dell’accaduto. In precedenza si era parlato di due ricercati, dopo essere fuggiti su un TMax.
Il 23enne fermato dagli agenti ha soggiornato per un certo tempo in Spagna. Quando è stato rintracciato e bloccato dalla polizia a Torino, era convinto che si trattasse dell’esecuzione di un provvedimento dell’autorità giudiziaria iberica. Dell’episodio del machete avrebbe detto di essere “del tutto all’oscuro”.
Ma iI movente sarebbe legato alla gelosia. Ci sarebbero state delle avance non richieste e spregiudicate, come anche una foto osé che la vittima avrebbe inviato via WhatsApp, nei giorni precedenti, alla fidanzata dell’aggressore. Anche se la pista della vendetta “d’onore” non convince del tutto gli investigatori.
In gravi condizioni i medici del Cto di Torino, dopo due interventi in sole 24 ore, hanno poi deciso di amputargli parte della gamba sinistra sotto al ginocchio, per salvargli la vita. Il ragazzo è ancora intubato e ricoverato nel reparto di terapia intensiva, in prognosi riservata.
Ancora vivo grazie alla prontezza di un operaio dell’Anas, che lunedì sera passava in via Panizza e l’ha soccorso stringendogli una cintura a monte del taglio, per fermare l’emorragia. E poi due carabinieri liberi dal servizio, che hanno messo un bastone dentro alla cinghia per stringere la presa ed evitare che il ventitreenne morisse dissanguato. Poi l’équipe del 118 ha intubato subito il ragazzo mentre veniva trasportato in codice rosso al Cto di Torino.
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