Con 150 voti favorevoli e 109 contrari la Camera dei Deputati ha approvato il dl Superbonus, che aveva già ottenuto il via libera da parte del Senato il 16 maggio scorso: il Superbonus diventa pertanto legge.
Il provvedimento diventa legge in seconda lettura dopo essere stato approvato da Montecitorio senza modifiche rispetto al testo iniziale portato anche in Senato.
Un decreto fortemente voluto dal ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, per mettere un freno ad una situazione considerata molto critica per gli effetti sui conti pubblici del bonus e paragonata dal responsabile del Mef al Vajont. Ma che ha visto la maggioranza divisa nel primo passaggio in Senato sul voto sull’emendamento del governo che ha introdotto ulteriori misure restrittive, tra cui l’allungamento da 4 a 10 anni della detrazione per le spese sostenute nel 2024.
Il Parlamento ha confermato la stretta prevista nel decreto approvato in Consiglio dei ministri, con lo stop dello sconto in fattura e della cessione del credito per gli interventi sugli immobili Iacp, cooperative, Terzo Settore, e quelli per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Resta ora, anche la possibilità di potersi avvalere dello sconto e della cessione del credito se alla data di entrata in vigore del decreto risulti depositata la Cila.
Il meccanismo ‘spalma-detrazioni’ in dieci anni contenuto nell’emendamento firmato da Giorgetti è stata la misura più controversa. Riguarderebbe le spese per i lavori del superbonus effettuate in tutto il 2024, quindi a partire da gennaio, prima dell’entrata in vigore del disegno di legge di conversione del decreto. Un intervento con una retroattività anche se “limitata” come è stata definita dalla maggioranza, ma che comunque ha sollevato forti critiche da Forza Italia che si è astenuta in Commissione al Senato.
ph credit dal web