Google avrebbe agito illegalmente per mantenere il suo monopolio sui motori di ricerca online.
Lo ha stabilito il giudice federale Amit Mehta, della Corte distrettuale del District of Columbia, in una sentenza di ben 277 pagine che condanna il gigante hitech per la sua posizione dominante. Ad avviare la causa per violazione delle norme antitrust erano stati il dipartimento di Giustizia e vari Stati accusando di Google di avere pagato miliardi di dollari ogni anno ad altre aziende, come Apple e Samsung, per garantire che Google fosse il motore di ricerca di default nelle ricerche su smartphone e nei browser.
La sentenza rappresenta la vittoria più significativa fino ad oggi per le autorità regolatorie americane che stanno cercando di frenare il potere dei colossi della tecnologia.
Secondo il New York Times, è probabile anche che tale sentenza influenzi altre cause antitrust governative contro Google, Apple, Amazon e Meta (proprietario di Facebook, Instagram e WhatsApp). Il provvedimento non include rimedi per il comportamento di Google, ma la giudice Mehta nel decidere in merito, potrebbe costringere l’azienda a cambiare modus operandi o a vendere parte della sua attività.
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