Con IA non vedenti al pc e allo smarphone hanno gli occhi
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Con l’avvento dell’intelligenza artificiale spiega Simone Dal Maso,  fondatore di www.nvapple.it e www.nvda.it, consulente per aziende e corsi di accessibilità e informatica mirati alle persone con disabilità visiva “Sui computer, ma soprattutto sugli smartphone sono state sviluppate app che nel giro di pochi mesi hanno finito per risultare quasi indispensabili; parliamo di Be My Eyes, oppure Seeing AI, app che svolgono operazioni quasi impensabili fino a poco tempo fa: per portare qualche esempio, ora chi non vede può ottenere delle descrizioni delle foto eccezionali, con un’infinità di dettagli e con la possibilità di porre domande su soggetti specifici.

Questo non si traduce solo in una migliore integrazione per quel che riguarda i social network ma anche nell’interpretazione di tabelle, documenti non accessibili, quali bollette, estratti conto, ma anche grafici e scrittura a mano, per non parlare di menu di ristoranti e qualsiasi documento digitale o cartaceo”.

“Il miglioramento lo si sperimenta anche con gli oggetti fisici, si pensi alla possibilità di riconoscere al volo vari tipi di cibi confezionati, fino a giungere in alcuni casi ad ottenere le date di scadenza degli alimenti. Qui però è necessario porre molta attenzione: Non siamo ancora giunti al punto in cui qualsiasi informazione derivante dall’IA è da ritenersi affidabile al 100%; può capitare che, invece di far presente all’utente che il sistema non è stato in grado di processare una determinata immagine, l’IA inventi interi documenti di sana pianta. Per quanto questo avvenga sempre meno di frequente, può portare a situazioni che possono risultare buffe, ma anche estremamente pericolose nel caso in cui fossimo in presenza di dati importanti. Perciò, è sempre consigliabile effettuare almeno due tentativi, oppure avvalersi di app che effettuino l’OCR senza l’intervento dell’IA”. Conclude l’esperto.