E’ arrivato il via libera dal Senato sul ddl di conversione in legge del decreto Flussi migratori, sul quale il governo aveva posto la questione di fiducia. Il provvedimento, che era già stato approvato alla Camera, riceve l’ok definitivo con 99 sì, 65 no e un astenuto. Cambiano dunque le regole per l’ingresso e il soggiorno dei lavoratori stranieri in Italia, in particolare stagionali, badanti e colf.
La lista dei paesi di origine sicuri sarà definita per legge e non più per decreto ministeriale. Inoltre ci sarà lo spostamento delle competenze sui ricorsi in materia di respingimento dalle sezioni immigrazione alle corti d’appello. Sempre nello stesso decreto sono state inserite la secretazione degli appalti per l’affidamento a paesi terzi di mezzi per il controllo delle frontiere e la stretta sui ricongiungimenti familiari.
La sicurezza o meno del richiedente nel suo Paese di origine è criterio fondamentale per stabilire la fondatezza di una domanda di protezione internazionale. Così dopo l’annullamento da parte del tribunale di Roma del trattenimento dei migranti nei centri di accoglienza in Albania di un migrante proveniente dall’Egitto e di uno proveniente dal Bangladesh (paesi ritenuti non sicuri dalla Corte di giustizia dell’Unione europea), il governo ha ritenuto di elencare puntualmente per legge i paesi sicuri. E si tratta, pertanto, di: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa D’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia. L’elenco ricalca quello del decreto del Ministro degli affari esteri del 2024, salvo tre paesi che sono: Camerun, Colombia e Nigeria, per i quali sono stati ravvisati elementi di criticità. Il testo inoltre prevede una informativa annuale del Governo, mediante una relazione trasmessa alle competenti Commissioni parlamentari, sull’individuazione dei Paesi di origine sicuri. L’elenco, come previsto, viene aggiornato periodicamente, ha valenza di legge ed è stato notificato alla Commissione europea.
Dal punto di vista dell’accoglienza, con la nuova legge, le misure non si applicheranno al richiedente che non presenta domanda di protezione internazionale entro il termine di 90 giorni dall’ingresso in Italia.
Per gli ingressi previsti dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri 27 settembre 2023, che riguarda il triennio 2023-2025, è riservata alle lavoratrici una percentuale fino al 40% delle quote complessive relative al lavoro subordinato stagionale, non stagionale e all’assistenza familiare e sociosanitaria. Quindi, viene attribuita alla Corte d’Appello in composizione monocratica la competenza alla convalida sul trattenimento disposto nei confronti di un richiedente protezione internazionale, come da emendamento presentato da Sara Kelany. I richiedenti della misura del ricongiungimento familiare dovranno risiedere nel nostro Paese non più solo per un anno, ma almeno per 2 anni consecutivi.
Tutte le procedura d’ora in avanti dovranno essere digitalizzate: il tutto dovrà avvenire online, dalla richiesta del nulla osta per l’ingresso dei lavoratori stranieri fino alla firma dell’accordo di integrazione, che sarà completamente digitale. Questo renderà il processo più rapido e meno complicato per le aziende e le istituzioni tutte, coinvolte nelle procedure.
ph credit pixabay