Omicidio bimba di 16 mesi, la madre non si pente
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La piccola Diana di 16 mesi è morta, secondo i primi accertamenti in attesa dell’autopsia, “per stenti e mancanza del necessario accudimento”. La madre, durante l’interrogatorio che si è tenuto nella notte tra mercoledì e giovedì, non ha mai pianto, né perso il controllo ed è apparsa sempre lucida agli inquirenti nella ricostruzione dei fatti. “Sapevo che poteva andare cosi'”, avrebbe detto davanti al pm, rimanendo, però, in silenzio di fronte ad alcune domande sul suo comportamento. Nel pomeriggio di oggi sarà interrogata dal gip di Milano Fabrizio Filice, nel carcere di San Vittore.

Il pm di Milano Francesco De Tommasi ha contestato alla donna, l’accusata di omicidio volontario, l’aggravante dei futili motivi oltre a quella della premeditazione. Il magistrato ha chiesto la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere perché ritiene che la 37enne sia una persona pericolosa e che sussista il pericolo di reiterazione del reato.

La ricostruzione – Secondo le indagini, nel tardo pomeriggio del 14 luglio, Alessia Pifferi di anni 37 avrebbe lavato e cambiato la piccola bambina e le avrebbe lasciato nel lettino da camping solo un biberon con del latte. Dopo sarebbe andata via subito a Leffe, in provincia di Bergamo, per raggiungere il suo attuale compagno (non il padre della bambina, ndr), al quale avrebbe detto che Diana era al mare con sua sorella. È rientrata a casa mercoledì mattina, ha trovato la figlia morta. Gli investigatori hanno sequestrato nell’abitazione una boccetta mezza vuota di En, un potente tranquillante, e il sospetto è che la madre potrebbe averlo fatto assumere alla piccola prima di abbandonarla a se stessa.

Anche il biberon lasciato a metà.

Non era la prima volta, certamente, che la donna lasciava la piccola sola in casa. Ma per qualche giorno e nei weekend.

Alessia Pifferi “si fingeva psicologa infantile” raccontava agli abitanti di Leffe “di essere una psicologa infantile e di saperci fare con i bambini”. Lo riporta l’Eco di Bergamo. È lì, in casa, che la donna il 29 gennaio 2021 aveva dato alla luce Diana. Una gravidanza, di cui non si era accorta fino all’ultimo. Una gravidanza clandestina. E spesso, raccontano nel paese, si vedeva in giro con il passeggino. Lo scorso anno aveva detto, mentendo, che la madre era morta di Covid.
In città a Milano, dove viveva, con la piccola, i vicini di casa dicono che non si vedeva quasi mai giocare con la bambina o portarla in giro.

Fuori casa, hanno messo dei palloncini bianchi in ricordo della piccola uccisa. La madre non ha mai pianto per lei o si è pentita di ciò che ha fatto. Forse premeditata di farlo già da tempo.

foto crediti lacnews24