L’Antitrust ha acceso un faro sulla “Shrinkflation”, particolare tecnica di marketing attraverso cui le aziende riducono la quantità di prodotto nelle confezioni, mantenendo i prezzi sempre invariati.
L’Autorità ha spiegato il direttore generale per la tutela del consumatore, Giovanni Calabrò in audizione alla Commissione d’inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti, “sta monitorando il fenomeno al fine di verificare se possa avere rilevanza ai fini dell’applicazione del Codice del Consumo, con particolare riferimento alla disciplina in materia di pratiche commerciali scorrette”.
“L’Autorità è ben al corrente del fenomeno” ed oltre alla crescente attenzione dedicata dalla stampa – che ha lanciato più volte l’allarme sul “restringimento” delle confezioni di prodotti soprattutto alimentari e per l’igiene della casa – precisa di aver ricevuto la segnalazione di un’associazione di consumatori su tale condotta. Il responsabile dell’Antitrust sottolinea che “ciò che rileva non è la riduzione in sé della quantità di prodotto contenuta nella confezione, quanto la trasparenza di tale modifica nei confronti del consumatore. In questo senso – conclude – condotte quali la diminuzione della quantità di prodotto a parità di dimensioni della confezione, in assenza di un’adeguata avvertenza sull’etichetta frontale, potrebbero essere ritenuti meritevoli di approfondimento”.
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