Un problema nel software ha invertito i risultati dei test di gravidanza nel laboratorio analisi cliniche dell’ospedale regionale Parini di Aosta.
Ad inizio ottobre, le donne incinte non risultavano esserlo, e viceversa. La vicenda – riportata sulle pagine locali della Valle d’Aosta del quotidiano La Stampa – risale all’inizio del mese scorso.
Dopo pochi giorni, ad accorgersi dell’anomalia sono stati gli specialisti del Centro per la procreazione medicalmente assistita dell’ospedale Beauregard di Aosta. Una donna sottoposta a fecondazione artificiale aveva un test che risultava negativo e con valori anomali, quindi l’invito alla paziente a ripetere il test e la segnalazione al laboratorio analisi del Parini. Lì sono iniziate le verifiche e poi sono state avvisate le pazienti interessate.
“Dopo aver individuato la causa” del problema informatico, “gli stessi tecnici della ditta hanno prontamente applicato tutte le azioni correttive necessarie. Si precisa che nessuna conseguenza si è verificata a seguito di questo episodio”, ha scritto in una nota riportata dal quotidiano la dottoressa Patrizia Falcone, direttrice della Struttura Complessa di Analisi Cliniche.
“Il 1 ottobre, a seguito del riscontro di incongruenze su alcuni test di Beta Hcg (test di gravidanza), il laboratorio – riferisce nella nota la dottoressa Falcone – ha immediatamente avviato le procedure di verifica e controllo, previste dai protocolli interni di gestione del rischio. Grazie a queste procedure, è stato possibile identificare e correggere rapidamente la problematica, di natura informatica, che aveva generato un’errata trasmissione di un limitato numero di risultati”.
“L’analisi effettuata ha evidenziato, infatti, un’anomalia generata da un errore nella programmazione informatica del test sulla strumentazione da parte del software fornito dalla ditta esterna”. Infine, riferisce la direttrice della Struttura Complessa di Analisi Cliniche, “a ulteriore garanzia di trasparenza e sicurezza, abbiamo attivato la procedura di Incident Reporting come previsto dai protocolli dell’Ausl, per segnalare eventuali eventi avversi involontari compresi quelli, come in questo caso, che non sono di diretta responsabilità degli operatori del nostro laboratorio. Inoltre, trascorsi 30 giorni dall’accaduto, possiamo confermare che non sono emerse ulteriori problematiche”.
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