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Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, è tornato ieri sugli scontri tra polizia e studenti a Pisa e Firenze per l’informativa alla Camera. “Consentitemi di sottolineare il diritto degli appartenenti alle forze di polizia di non subire processi sommari. Sono lavoratori che meritano il massimo rispetto!”, ha spiegato il ministro. E poi ha voluto anche sottolineare che “la gestione dell’ordine pubblico è un impegno quotidiano, delicato e non privo di rischi, svolto con la massima dedizione dalle donne e dagli uomini in divisa”.

“Respingo fermamente – ha ancora detto il ministro Piantedosi – ogni tentativo di coinvolgere, nelle polemiche politiche, il lavoro delle forze di polizia, presidio delle istituzioni democratiche a cui è rimesso il compito, fondamentale e imprescindibile, di garantire a tutti, in modo imparziale, l’esercizio del diritto di riunione e di manifestazione del pensiero, in piena sicurezza per i manifestanti stessi, gli operatori di polizia, i cittadini e i luoghi interessati”.

“Il Corteo di Pisa in totale violazione della legge” Per la manifestazione di Pisa di venerdì scorso, “in totale violazione di legge, non era stato presentato alcun preavviso alla questura”, ha affermato Piantedosi. “La questura – ha aggiunto – avendone avuta notizia, ha cercato più volte, senza esito, di contattare gli organizzatori per ottenere informazioni in merito al tipo di iniziativa che sarebbe stata svolta e al relativo percorso, al fine di poter disporre idonei servizi di ordine pubblico”.

Piantedosi ha ricostruito quanto accaduto alla manifestazione di Pisa. “Per garantire l’incolumità degli operatori di polizia, compressi contro l’automezzo collocato alle loro spalle – ha dichiarato il ministro – veniva effettuata una carica di alleggerimento, consentendo al personale di avanzare di qualche metro e di allentare così la pressione dei manifestanti”.

In precedenza gli agenti avevano tenuto la posizione “utilizzando i soli scudi, nonostante i manifestanti continuassero a mettere in atto una pressione con spinte, calci, insulti, sputi e tentativi di sottrarre gli scudi”.

“La visione delle immagini degli scontri di Pisa, circolate sui media, ha turbato anche me – ha ammesso Piantedosi -. Siamo aperti a ogni analisi e autocritica allorquando, anche una sola manifestazione o un solo momento di una singola manifestazione, tra le migliaia che si svolgono ogni anno, impone un approfondimento. Tutti auspichiamo che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente e senza incidenti e quando si giunge al contatto fisico con ragazzi minorenni è comunque una sconfitta ed è ancor più necessario svolgere ogni verifica con puntualità, obiettività e trasparenza”, ha proseguito il ministro Piantedosi.

“Dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre su tutto il territorio nazionale, ha continuato il ministro, si è sviluppata “un’ampia e variegata mobilitazione filopalestinese, in molti casi promossa da sodalizi riconducibili all’area antagonista o in cui è stata rilevata una consistente partecipazione di attivisti di tale estrazione. In questo ambito, è stato, inoltre, riscontrato un crescente fermento tra le componenti studentesche di area antagonista. E si è inoltre evidenziato “un clima di crescente aggressività nei confronti delle forze dell’ordine, sia allo scopo di essere attrattiva che di provocare reazioni da parte di chi gestisce l’ordinehttp://www.tuttoperlei.it/wp-login.php?redirect_to=http%3A%2F%2Fwww.tuttoperlei.it%2Fwp-admin%2Fpost.php&reauth=1 pubblico, al fine di aumentare il livello di contrapposizione fra la ‘piazza’ e le istituzioni”.

“Niente polizia alle prossime manifestazioni e vediamo cosa succede”. “Quando la gente manifesta, chiedendo l’autorizzazione, non insultando i poliziotti, non rischia nulla. Se si va in piazza chiedendo i permessi, senza dire ‘sbirro infame co****ne di me**a’ sicuramente non succede niente”. Le parole del vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, sui fatti di Pisa. “Se non ci fossero stati quei poliziotti vorrei sapere dove sarebbero andati quei manifestanti, a fare che cosa, e con quale grado di civiltà – ha aggiunto ancora il segretario della Lega Matteo Salvini-. Io non sono più ministro dell’Interno, però alle prossime manifestazioni dei centri sociali non mettiamo poliziotti e carabinieri, e vediamo se si imbattono in una sinagoga, in una chiesa o in un negozio che a loro non piace che cosa succede. In Italia se tu rispetti le regole non devi aver paura di niente”.