E’ morto all’età di 53 anni Sinisa Mihajlovic, dopo una lunga battaglia contro la leucemia mieloide acuta: l’ex calciatore serbo e allenatore del Bologna.
La famiglia del tecnico serbo ha diramato un comunicato nel quale ha annunciato la scomparsa, definendo la sua morte come “ingiusta e prematura”. “Uomo unico professionista straordinario, disponibile e buono con tutti – si legge nel comunicato diffuso da parte della famiglia -. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in tutti questi anni, con amore e rispetto”.
“Hai lottato come un leone in campo e nella vita. Sei stato esempio e hai dato coraggio a molti che si trovano ad affrontare la malattia. Ti hanno descritto come un sergente di ferro, hai dimostrato di avere un gran cuore. Sei e resterai sempre un vincente.
A Dio Sinisa Mihajlovic” le parole della premier Giorgia Meloni e di Matteo Salvini che dice sui social “Non ci voglio credere, stramaledetta bastarda malattia – ha scritto nel messaggio sociale a corredo di una foto con Mihajlovic -. Buon viaggio Sinisa, campione dentro e fuori dal campo. Ci mancherai, tanto”.
Matteo Salvini e Sinisa Mihajlovic erano uniti da una grande amicizia.
“Tristezza. Ammirazione. Rispetto. Ci lascia un grande. Ciao”, le parole del segretario del Pd Enrico Letta.
Mihajlovic,3 anni fa annunciò la sua malattia con le lacrime agli occhi. Da calciatore è stato centrocampista e difensore di tante squadre – dalla Stella Rossa di Belgrado all’Inter – e poi sulle panchine di vari club italiani: Inter, Catania, Fiorentina, Milan, Torino, Sampdoria, Bologna. Ha vestito anche le maglie di due nazionali: Jugoslavia, e Serbia-Montenegro. Nato a Vukovar, madre croata e padre serbo, Sinisa dopo aver vissuto gli orrori della guerra etnica si mise in luce con la Stella Rossa, vincendo la Coppa dei campioni a 22 anni. Attirando l’attenzione con il suo potente sinistro, micidiale nei calci piazzati (28 le reti realizzate solo in serie A). Arrivato con la Roma om Italia nel 1992, due anni dopo è passato alla Sampdoria, dove divenuto il pupillo del tecnico Sven Goran Eriksson che lo ha valorizzato, schierandolo al centro della difesa. Nel 1995 ha conosciuto la donna della sua vita, Arianna Rapaccioni, che ha poi sposato l’anno successivo.
La coppia ha avuto sei figli. A giugno 2021 avevano festeggiato le nozze d’argento dicendosi nuovamente sì, con una romantica cerimonia avvenuta a Porto Cervo. Sinisa con la maglia biancoceleste dal 1998 al 2004, divenne l’idolo della tifoseria che ripaga con un totale di 20 gol, suo record con la stessa maglia. Chiudendo la carriera nel 2006, dopo due stagioni all’Inter. Da tecnico si guadagno l’appellativo di “sergente”. Era molto amato da tifosi e squadra. Pregavano per lui recandosi anche in pellegrinaggio al Santuario di San Luca e sotto la finestra dell’ospedale dove era in cura.