Un potenziale passo avanti è stato compiuto nel campo della ricerca sulla fibromialgia.
Un disturbo caratterizzato da dolore diffuso, debolezza muscolare e affaticamento cronico e tanti altri sintomi pure fastidiosi che molto volte rendono difficile svolgere le comuni attività giornaliere.
Tale patologia colpisce nel mondo una persona su 40, e nell’80% dei a casi sono donne, il più delle volte anche giovanissime.
I ricercatori del King’s College di Londra, sono arrivati a questa conclusione dopo che hanno iniettato nei topolini di laboratorio, gli anticorpi raccolti dal sangue di pazienti, e i topolini hanno iniziato a manifestare i sintomi della fibromialgia fin quando il loro organismo non è si è ripulito dagli anticorpi iniettati.
Questa scoperta sensazionale, potrebbe dunque portare a nuove terapie più efficaci, come spiegano i ricercatori di Londra sul Journal of Clinical Investigation.
Tra I sintomi scatenati da questa ”trasfusione” di anticorpi gli esperti hanno rilevato una aumentata sensibilità al dolore, debolezza muscolare, riduzione dei movimenti.
Quando gli esperti hanno iniettato anticorpi di persone sane nessuno di questi sintomi è comparso nei topolini. La sintomatologia è stata simile in tutti i casi in cui gli anticorpi iniettati erano di pazienti, indipendentemente dalla loro provenienza geografica.
Questo dimostra che gli anticorpi mettono in atto reazioni deleterie per l’organismo che ora gli scienziati cercheranno di individuare. Nel frattempo, spiegano, i ricercatori, poiché già esistono delle terapie per tenere a bada gli anticorpi in altre malattie autoimmuni, la speranza è quella che si possa ora giungere, il più presto possibile a nuove cure anche per questa patologia.