E’ stato ritrovato morto Giacomo Sartori, il ragazzo scomparso da Milano dopo furto dello zaino.
Il 29enne è stato ritrovato impiccato con un cavo elettrico a poca distanza da dove mercoledì scorso era stata individuata la sua Volkswagen Polo grigia. L’ipotesi più accreditata è quella di un “gesto autolesivo”, ma gli investigatori al momento non escludono anche altre ipotesi. Come ad esempio, l’aver voluto rintracciare tramite qualche app, quanto gli fosse stato rubato.
Sartori originario di Mel (Belluno) viveva e lavorava a Milano. La sua auto è stata trovata in uno spiazzo a Casorate Primo e all’interno i carabinieri hanno rinvenuto la ricevuta del mancato pagamento dell’autostrada da Milano a Binasco: 21 chilometri, più altri 10 per arrivare alla cascina dove si è tolto la vita o è stato assinato. Tragitto che Giacomo Sartori ha fatto sapendo che non avrebbe potuto pagare perché venerdì sera nel locale di Porta Venezia aveva subito il furto dello zaino: dentro c’erano il portafoglio e due pc, uno suo e uno aziendale.
Le ricerche si erano concentrate in quel luogo da qualche giorno ma nessuno si era accorto che il cadavere era appeso con un cavo elettrico a un ramo in alto, in un punto dove l’albero ha una fitta trama che rende più difficoltosa la visuale. Anche i residenti, infatti, nonostante siano stati giorni di potatura della siepe, non hanno notato nulla. La posizione non lascerebbe grandi dubbi sull’ipotesi del suicidio ma gli investigatori del Nucleo investigativo del comando provinciale di Milano restano giustamente cauti e attendono i risultati del medico legale. Intanto non escludono altre possibilità e proseguono con gli accertamenti tecnici che potrebbero chiarire le ultime ore di Sartori.
Sembra poi che dopo il furto il giovane sia apparso molto turbato per la scomparsa del pc aziendale. E che non si sia perso d’animo e abbia tentato in tutti i modi possibili ed inimmaginabili per poter seguire la traccia lasciata dal gps del proprio dispositivo. La telecamera del cimitero di Motta Visconti dimostra che la mattina dopo il furto il 29enne era in giro, forse alla ricerca del ladro, ma è una supposizione. Di sicuro in quel momento non stava telefonando, i tabulati non lasciano dubbi. C’è però del traffico dati relativo all’uso di Internet, bisognerà capire se fa riferimento al navigatore, a una chat oppure a una chiamata su WhatsApp.
Se abbia raggiunto qualcuno, i ladri ad esempio.
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