In arrivo aiuti umanitari a Gaza. Liberate due prigioniere americane. Sono madre e figlia
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La premier Meloni al summit per la pace di oggi, in corso al Cairo ha detto che “Il terribile attacco di Hamas, abbattutosi contro civili inermi, con una efferatezza senza precedenti, lascia tutti allibiti e che dal nostro punto di vista è giusto condannare senza ambiguità”. E poi proseguendo ha aggiunto anche che “È interesse di tutti leader a questo tavolo che quello che sta accadendo a Gaza non si trasformi in conflitto più ampio, in una guerra di religione, di civiltà, rendendo vani gli sforzi di questi anni per normalizzare i rapporti”, ha proseguito, ancora la leader del governo italiano, Giorgia Meloni.

Intanto Hamas ha liberato due prigioniere americane, madre e figlia, e la Croce Rossa italiana ha annunciato che aiuti umanitari sono entrati oggi nella Striscia di Gaza, i quali saranno consegnati solo agli ospedali dell’enclave e non comprendono l’acqua.

La fonte in questione ha poi riferito anche che gli aiuti umanitari -entrati a bordo di 20 camion attraverso il valico di Rafah- comprendono solo cibo in scatola, medicine, coperte e materassi. La fonte della Croce Rossa ha precisato che gli aiuti verranno portati ai magazzini dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), che si occuperà della distribuzione.

Quattro ospedali nel nord della Striscia di Gaza si rifiutano di evacuare come chiesto dall’esercito israeliano. Lo ha riferito un funzionario della sicurezza, precisando che nella zona settentrionale dell’enclave palestinese “ci sono 20 ospedali, al momento sei sono già stati liberati, 10 non lo hanno ancora fatto e quattro si stanno rifiutando”.
Spostare pazienti gravemente feriti e malati è difficile, ha riconosciuto, ma i militari hanno “un rapporto diretto con quasi tutti i dirigenti ospedalieri e li incoraggiamo a evacuare”. Il funzionario ha accusato Hamas di utilizzare alcuni ospedali come rifugi, “perché sa che si tratta di un sito sensibile che eviteremo di attaccare”.

Stati Occidentali, compresa l’America, ha detto un alto funzionario diplomatico israeliano a Times of Israel, avendo tutti dei propri cittadini tra i dispersi nell’attacco del 7 ottobre e temono che, più passi il tempo, più sia difficile che i propri ostaggi vengano liberati, chiedono ad Israele di rimandare l’invasione di terra, nella speranza che sforzi diplomatici possano portare alla liberazione degli ostaggi.

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Arrivato in Egitto per il Summit per la Pace del Cairo su iniziativa del presidente al-Sisi. “L’evolversi della situazione in Medio Oriente richiede azioni unite. È fondamentale impegnarsi con tutti i nostri partner chiave nella regione per prevenire un’escalation regionale e garantire un flusso costante di assistenza umanitaria e servizi essenziali a Gaza”.