Il gip di Roma Giulia Arcieri ha rigettato la richiesta di archiviazione sull’omicidio di Simonetta Cesaroni, ancora irrisolto ad oggi, e ha disposto nuove indagini indicando ai pm di approfondire il ruolo dei servizi segreti sul caso di via Poma, avvenuto ben 34 anni anni fa.
La nuova inchiesta parte da un esposto dell’avvocato Claudio Strata che, secondo alcune indiscrezioni raccolte in Procura, avrebbe avuto una segnalazione da un generale del Sisde andato in pensione.
Le ipotesi su un coinvolgimento dei servizi segreti, sono state alimentate dalla natura misteriosa del caso, dalla lentezza delle indagini e da alcune circostanze che sembravano sfuggire a una spiegazione lineare.
La gestione iniziale delle indagini ha sollevato non poche critiche, secondo cui le forze dell’ordine non avrebbero non avrebbero preso in considerazione indizi cruciali, e piste importanti, ignorate per molto tempo.
In particolare, alcuni campioni di sangue non sono stati prontamente confrontati con il profilo di altre persone coinvolte, così come le impronte digitali trovate nell’appartamento che, secondo alcuni resoconti apparterrebbero a una persona mai identificata. La scena del crimine, inoltre, non sarebbe stata preservata in modo adeguato e perciò più volte inquinata.
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