“Il Signore ci propone di uscire dalla logica del tornaconto e di non misurare l’amore sulla bilancia dei calcoli e delle convenienze”, ha detto il papa questa mattina in piazza San Pietro nel corso dell’Angelus odierno.
E continuando ha sottolineato anche che Gesù, “ci invita a non rispondere al male con il male, ma a osare nel bene, a rischiare nel dono, anche se riceveremo poco o nulla in cambio. Perché è questo amore che lentamente trasforma i conflitti, accorcia le distanze, supera le inimicizie e guarisce le ferite dell’odio”.
E poi: “Ci invita anche a porgere l’altra guancia e ad amare perfino i nemici”, laddove “è normale per noi amare quelli che ci amano ed essere amici di chi ci è amico”.
Infine continuando il Pontefice ha detto anche che “noi cerchiamo invece di avere tutto abbastanza in ordine e sotto controllo, in modo che corrisponda alle nostre aspettative: temendo di non ricevere il contraccambio o di esporci troppo e poi restare delusi, preferiamo amare soltanto chi ci ama, fare del bene solo a chi è buono con noi, essere generosi solo con chi può restituirci il favore; e a chi ci tratta male rispondiamo con la stessa moneta, così siamo tutti in equilibrio”.
Ma per il Signore “questo non basta! Noi diremmo: questo non è cristiano. Se restiamo nell’ordinario, nel bilanciamento tra dare e avere, le cose non cambiano. Se Dio dovesse seguire questa logica, non avremmo speranza di salvezza! Ma, per nostra fortuna, l’amore di Dio è sempre straordinario, cioè va oltre i criteri abituali con cui noi umani viviamo le nostre relazioni”. Ecco allora come le parole di Gesù “che ci sfidano”.
Infine ha sottolineato “Che mentre noi tentiamo di restare nell’ordinario dei ragionamenti utilitari, Lui ci chiede di aprirci allo straordinario di un amore gratuito, ci stimola a vivere lo sbilanciamento dell’amore. Gesù non è un bravo ragioniere, va sempre allo sbilanciamento dell’amore. Non meravigliamoci di questo”.
“Dio ci ama mentre siamo peccatori, non perché siamo buoni o in grado di restituirgli qualcosa ma perchè l’amore di Dio è un amore sempre in eccesso, sempre oltre i calcoli, sempre sproporzionato. Oggi chiede anche a noi di vivere in questo modo, perché solo così lo testimonieremo davvero”.
“Allora possiamo chiederci: ognuno di noi, nella mia vita, seguo la logica del tornaconto o quella della gratuità? L’amore straordinario di Cristo non è facile, ma è possibile”.
Poi pensando alla Siria, alla Turchia e popolo ucraino, il Santo Padre ha detto ancora “L’amore di Gesù ci chiede di lasciarci toccare dalle situazioni di chi è provato. Penso specialmente alla Siria e alla Turchia alle tantissime vittime del terremoto. Ma pure ai drammi quotidiani del caro popolo ucraino e di tanti popoli che soffrono a causa della guerra o della povertà, della mancanza di libertà e delle devastazioni ambientali. Non dimentichiamo chi soffre e facciamo in modo che la nostra carità sia attenta, sia una carità concreta”.