I quattro bambini dispersi nella giugla, circa 40 giorni fa, a causa di un disastro aereo, sono ora in buone condizioni e ritrovati vivi nelle foreste della Colombia.
Hanno 13, 9, 4 e un anno e sono originari del gruppo indigeno Uitoto, i piccoli vagavano soli nella giungla dopo lo schianto del Cessna 206 su cui viaggiavano insieme alla madre, il pilota e un parente. Tutti e tre gli adulti sono morti e i loro corpi sono stati trovati dai militari sul luogo dell’incidente.
L’incidente aereo era avvenuto il primo maggio e nel luogo in cui era stato trovato il relitto i soccorritori avevano individuato i corpi dei tre adulti che erano a bordo, ma quelli dei bambini no, per ritrovare i quali erano quindi partite le ricerche, senza sosta alcuna.
La vicenda aveva attirato grandi attenzioni in Colombia e alle ricerche avevano partecipato, tra gli altri, l’esercito e le comunità indigene che vivono nella foresta pluviale. Il 17 maggio scorso, Petro aveva annunciato il ritrovamento dei bambini, per poi ritrattare parlando di un errore.
Durante le ricerche, ha scritto il New York Times, i soccorritori avevano usato potenti altoparlanti per riprodurre, rendendolo udibile a una distanza di quasi due chilometri, una registrazione in lingua Huitoto fatta dalla nonna dei bambini, in cui diceva loro di stare uniti e attendere i soccorsi. Nelle ultime settimane erano state individuate alcune impronte attribuibili ai bambini e si era parlato del ritrovamento di scarpe e pannolini.
Al momento non è del tutto chiaro come i quattro piccoli, comunque appartenenti a una comunità indigena abituata ad avere a che fare con la giungla, siano riusciti a sopravvivere per quaranta giorni nella foresta pluviale, in un periodo di piogge intense e in un luogo in cui ci sono, tra le altre cose, giaguari e diverse specie di serpenti velenosi. È probabile che per sopravvivere e cercare cibo i bambini si siano spostati molto, cosa che ha reso però ancora più complesse le operazioni di ricerca. Nella mattina di sabato i bambini sono stati trasferiti in un ospedale di Bogotà, la capitale del paese. «Sono figli della giungla» ha detto Petro «e ora sono figli di tutta la Colombia».
foto crediti Colombia’s Armed Force Press Office via AP