E’ drammatica la situazione al Nord, e soprattutto nel bacino padano nelle ultime settimane. La siccità che sta colpendo il Nord Italia è stata infatti definita dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po (Adbpo) “la peggior crisi dal 70 anni ad oggi” e non solo, se nei mesi invernali il Sud pareva essere al sicuro date le precipitazioni registrate, ora anche il Lazio, la Puglia e la Calabria si aggiungono sul breve periodo al grado di siccità definito “di grado severo-estremo”, insieme a Toscana ed Emilia Romagna sul lungo periodo.
La primavera, che si sperava potesse ridurre il deficit accumulato, ha invece confermato la previsione negativa risultando anch’essa povera di piogge, con valori che la pongono al terzo posto dietro solo al 2003 e al 2017. “La siccità è subdola, parte in maniera lenta e quando poi si arriva agli impatti significa che il processo è iniziato ben prima”, ha spiegato a Le Scienze la dottoressa Ramona Magno, del Cnr Ibe, tra gli autori del rapporto.
Lo scorso 10 giugno, a Parma, si è riunita l’Autorità del fiume Po, insieme all’Osservatorio sulle crisi idriche con Regioni e protezione civile del distretto, Mite ed Ispra, per certificare il progressivo deficit di risorsa disponibile, portando all’attenzione una situazione di estrema emergenza. “Mentre la neve sulle Alpi è totalmente esaurita in Piemonte e Lombardia e i laghi, a partire dal Lago Maggiore, sono ai minimi storici del periodo (eccetto il Garda), la temperatura registrata è più alta fino a 2°C sopra la media”, si legge nella nota dell’Osservatorio. La situazione resta particolarmente critica anche in Veneto dove in maggio si è registrato un calo del 46 per cento nelle precipitazioni rispetto alla media del periodo 1994-2021. Secondo l’Arpa Veneto “considerando la serie storica dal 1994 questo è il quarto maggio più scarso dopo il 1997, il 2003 e il 2009. Dall’inizio dell’anno idrologico, primo ottobre, sono caduti in Veneto mediamente 440 mm di precipitazioni, -40 per cento rispetto alla media del periodo 1994-2021. È il valore più basso registrato da ottobre a maggio nel periodo di riferimento considerato”.
Il problema si sta già facendo sentire non solo per il settore agroalimentare, ma anche per quanto riguarda gli usi civili. Utilitalia conferma che un centinaio di comuni in Piemonte e 25 in Lombardia, nella bergamasca, ha chiesto ai sindaci eventuali sospensioni notturne per consentire di riempire i serbatoi e di emanare ordinanze mirate ad un utilizzo estremamente parsimonioso dell’acqua.
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