A Silvi (Teramo), nella chiesa dell’Assunta, domenica prossima, di pomeriggio, 40 bambini saranno impegnati nelle prove della Prima Comunione. Tra loro anche C., 10 anni e mezzo, affetto da autismo. Che non riesce a stare fermo al proprio posto, parla si muove e, per sbaglio, fa cadere un cero. “Mio figlio è inciampato, non voleva far cadere il cero – racconta il papà del piccolo, Daniele a Il Messaggero -. Lui è dolcissimo e ha un buon rapporto con la sua classe tanto che tutti lo proteggono e gli vogliono bene, non è un bambino violento”. Padre Antonio, temendo che la cerimonia possa essere rovinata, convoca i genitori e propone loro di far fare al figlio la Comunione da solo, nel retro della chiesa. La reazione è immediata. “Mi sono opposto e sono andato in un’altra parrocchia”.
Durante le prove, “mio figlio, forse per stanchezza, non è stato fermo al suo posto – spiega la madre del bimbo, Monia – il parroco mi ha detto che così non andava bene e che era meglio fare una cerimonia separata”. Parole che hanno scatenato la reazione del padre, Daniele. “Io avevo già avvertito il parroco, a metà ottobre, delle problematiche di mio figlio -. Può cadere, non parla, ma comprende. ‘È autistico e sarà difficile fargli fare catechismo’, dissi. Provammo, ma non ci fu verso. Il sacerdote mi rispose: ‘Non si preoccupi, Gesù sa’. Ma credo gli desse fastidio, noi eravamo disposti a mandare anche l’insegnante di sostegno”, prosegue il genitore. “Proporci di far fare la Comunione al nostro bambino in modo separato, e non la domenica, è una discriminazione”, aggiunge la mamma.
Un’altra celebrazione per il bimbo Nonostante l’amarezza, Daniele e Monia cercano una soluzione alternativa. In loro soccorso arriva un parroco argentino, don Gaston Mugnoz Meritello, che accoglie le loro richieste e in poche ore organizza la celebrazione nella chiesa del Santissimo Salvatore. “Abbiamo preparato gli addobbi, i canti, il corteo – dice don Gaston – È stato molto emozionante, una grande festa. Ci siamo commossi nel vederlo entrare in chiesa vestito di bianco. È un bambino che dona un affetto immenso”. Il parroco durante l’omelia si rivolge ai genitori e dice: “Avete tante difficoltà, è vero, ma con questi abbracci che dà, vostro figlio vi fa vedere il Cielo”. Papà Daniele sottolinea che C. “è stato felice anche così. Certo nell’altra chiesa avrebbe abbracciato i compagnetti. Ma ciò che è successo resta grave”.
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