Sono cinquanta gli agenti impegnati a fermare un giro di droga da oltre mezzo milione di euro, sette gli arrestati effettuati e con obbligo di presentazione presso la stazione di polizia giudiziaria.
Questi i numeri della maxi operazione messa in atto dalla Polizia di Stato di Monza e della Brianza. Che si è conclusa questa mattina.
I cui arresti e numerose perquisizioni, sono state eseguite nell’ambito dell’indagine chiamata “Cooper” – come il modello della macchina preferita dai pusher per i loro movimenti – nei confronti di una banda formata da italiani e stranieri, marocchini.
Il gruppo criminale si era specializzato nella vendita di sostanze stupefacenti attraverso il web, un sistema chiamato di “meet up”. La consegna avveniva a domicilio indicato via messaggio dal compratore.
L’operazione era partita a maggio del 2022, quando le forze di Polizia erano venute a conoscenza di un’attività losca, da parte di una banda, con spaccio di stupefacenti attraverso i social network nelle città di Monza e di Milano. E che grazie all’utilizzo di nickname si era creata un lucroso canale di vendita, una vera e propria ‘centrale di smercio’ di droghe, cocaina, hashish e marijuana.
Ma non solo: la banda nel tempo si era anche specializzata nell’offrire documenti falsi, tra cui anche patenti di guida e di servizi dox (ossia lo scoprire identità di un contatto internet anonimo).
Online correvano anche truffe, che spesso potevano contare sulla complicità di altri amici affiliati alla banda.
Il guadagno di questi raggiri era arrivato a fruttare fino a 60.000 euro ogni sei mesi, a cui aggiungevano gli altri 100 mila euro provenienti dalla droga: somme che il principale pusher italiano, venti anni, aveva confidato alla sua fidanzata durante una conversazione intercettata.
Ed è proprio grazie alle intercettazioni che la polizia è riuscita a risalire ai fornitori dello spacciatore lombardo: un gruppo di marocchini che, a Monza, rifornivano il “giro” del ragazzo. I giovani nordafricani erano a loro volta attivi nei comuni di Lissone, Desio, Seregno, Triuggio, Albiate e Carate Brianza, fino alla città di Milano.
Nel corso delle indagini sono state ricostruite e documentate circa 2000 cessioni di stupefacenti tipo cocaina, hashish e marijuana per un volume d’affari illecito pari ad oltre mezzo milione di euro.