Il tribunale di Palermo ha condannato i sei ragazzi accusati dello stupro di gruppo della 19enne violentata in un cantiere abbandonato nel capoluogo siciliano in una notte del luglio 2023.
Per i 4 imputati la condanna è di 7 anni, un quinto di 6 anni e 4 mesi, ed un sesto di 4 anni e 8 mesi di carcere.
Era già stato condannato dal gup dei minori, a 8 anni e 8 mesi, l’unico del “branco” che al momento dei fatti non aveva ancora compiuto i 18 anni di età.
La vittima venne prima fatta ubriacare, poi seguì il gruppo al foro italico dove fu abusata ripotutamente da tutto il branco. Nelle immagini si sente più volte gridare aiuto e chiedere di essere lasciata in pace.
Dopo gli abusi i ragazzi si allontanarono lasciando la vittima sola a terra. Le difese dei ragazzi hanno sempre sostenuto che non si sia trattato di una violenza ma di un rapporto consensuale.
I sei ragazzi sono stati anche condannati a pagare alla vittima 40mila euro a titolo di provvisionale del risarcimento del danno da liquidare poi in sede civile. Il tribunale ha inoltre riconosciuto 1.000 euro ciascuno alle altre parti civili: il Comune di Palermo e alcune associazioni in difesa dei diritti delle donne.
“L’entità della pena non mi è mai interessata perché mi immedesimo nel fatto che si tratta di ragazzi e che per loro una condanna pesante è un guaio. Era importante però che ci fosse la condanna”, ha detto l’avvocato Carlo Garofalo, difensore della ragazza, dopo la sentenza del tribunale di Palermo. Una “doppia violenza” l’ha definita la legale, riferendosi al tentativo di fare passare la vittima dello stupro come una ragazza di facili costumi o addirittura consenziente: “tutto quello che è stato detto attorno a questa vicenda, che posso definire una sporca vicenda, non solo per la materia già sporca di per sé come una violenza sessuale di gruppo, è stato detto in un modo violento che ha fatto male a tutti, non solo alla mia assistita ma anche a me”.
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