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Vaccino anti-Covid, nuovo risarcimento per danno grazie al Codacons

Il Codacons è riuscito ad ottenere un’altra vittoria in tema di danni da vaccino anti-Covid, con una cittadina milanese che, grazie alla battaglia legale dell’associazione, si è vista riconoscere un indennizzo per le gravi reazioni avverse riportate a seguito della somministrazione del vaccino Astrazeneca. Durante la pandemia da Covid-19.

Il Dipartimento Militare di Medicina Militare di Milano, Seconda Commissione Medica Ospedaliera, ha infatti dato il via libera ad un cospicuo indennizzo in favore della donna che in data 23.4.2021 si era sottoposto alla vaccinazione Astrazeneca anti-Covid, riportando da subito reazioni avverse gravi. Nello specifico la donna a distanza di circa 3 settimane dalla somministrazione della dose veniva ricoverata presso l’Istituto Ortopedico Galeazzi per comparsa di instabilità posturale che perdurava da circa 48 ore e ipoestesia arti inferiori.

Successivamente seguivano altri accertamenti fino a giungere alla diagnosi di sindrome di Guillain-Barrè a probabile eziologia post-vaccinale.  La Asst ovest milanese e la Commissione Medica Ospedaliera di Milano, grazie alla battaglia del Codacons, hanno dato il via libera all’indennizzo spettante alla cittadina per danno da vaccinazione, considerata la “menomazione permanente dell’integrità psicofisica” e “il nesso di causa tra l’avvenuta vaccinazione e l’infermità denunciata, posto che la sindrome di Guillain-Barrè è una polineuropatia infiammatoria che insorge in oltre due terzi dei casi dopo un’infezione o una vaccinazione, e che sono documentati casi in letteratura associati alla vaccinazione anti-Covid” – si legge nel referto.

La donna ha così ottenuto un indennizzo vitalizio sottoforma di assegno bimestrale di importo pari, secondo le ultime tabelle ministeriali, a 1.919,51 euro oltre gli ulteriori benefici di legge.

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Codacons a Gdf: “Serve verifica fiscale su Fedez”

Il Codacons in un esposto presentato tre giorni fa alla Guardia di Finanza di Milano e Roma “su possibili situazioni di interesse poste in essere nell’ambito del gruppo societario facente capo” a Fedez, noto rapper e marito di Chiara Ferragni scrive “Si può “certamente parlare di un uso continuo e ripetuto di operazioni poco trasparenti e talvolta senza un’apparente ragione economica” e va verificato “come sono state gestite fiscalmente le suddette operazioni che generano disallineamenti tra gli effetti civilistici e fiscali”.

Negli allegati alla denuncia dell’associazione dei consumatori si fa riferimento ad una relazione di consulenza di Gian Gaetano Bellavia, commercialista e noto esperto di diritto penale dell’economia, in cui viene descritta “una trama societaria in cui si presentano e si ripetono tutti gli indici di pericolosità fiscale”.

Non si vuole, sostiene il Codacons, “affermare che il ‘gruppo Fedez’ evade il fisco anche perché questa associazione non dispone di mezzi e potestà necessarie per verificarlo o affermarlo”. Tuttavia, “in termini probabilistici, l’analisi dei fatti storici e delle esperienze porta a dire che questo tipo di azioni e comportamenti il più delle volte porta o è diretto anche a evadere il fisco”. Nell’esposto di nove pagine l’associazione dà una “ricostruzione” del gruppo societario e degli “asset”.

Il gruppo, si denuncia da parte del Codacons “è saldamente in mano alla società Zedef che fa capo alla famiglia di origine di Fedez e cioè oltre a lui stesso, alla madre e al padre che rivestono anche le cariche societarie chiave nella società stessa”.

“Nell’arco di cinque anni si sono succedute – sostiene ancora il Codacons – numerose operazioni straordinarie che hanno portato il gruppo ad assumere assetti sempre diversi”.

Sempre secondo l’esposto, “la fitta trama di rapporti di affari con nuovi soggetti che delinea l’allegata ricostruzione” rappresenta “un salto di qualità, in termini strategici”. La situazione merita “un’analisi più ampia al fine di cogliere le ragioni strategiche sottostanti che, ancorché potenzialmente lecite, possono talvolta travalicare e deviare in una forma di ‘potere occulto e trasversale”.

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Antitrust contro Fedez, Orietta Berti e Achille Lauro. Ecco cosa rischiano

L’Antitrust ha messo nel mirino la canzone dell’estate. “Mille”, il brano di Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti, è finito nella pratica numero DS2926, dopo la denuncia per pubblicità occulta alla Coca-Cola. Lo ha annunciato il Codacons. Nel dettaglio al centro della vicenda, il testo del brano non ci finisce perché, seppur rimanda più volte alla bevanda, rientra nella libertà d’espressione. Il punto è il videoclip.

Scrive il Codacons – “dal momento che l’Antitrust in tema di video musicali ha disposto che debba essere reso palese l’inserimento di prodotti a fini commerciali, prevedendo segnali in sovrimpressione che avvisino circa la presenza di marchi a scopo promozionale”. La pratica aperta dall’Antitrust andrà ad accertare la violazione delle disposizioni in materia di pubblicità occulta. Sono state richieste precise informazioni ai diretti interessati che ora dovranno difendersi dalle accuse.

Nel momento in cui, qualora al termine dell’istruttoria, la violazione delle disposizioni vigenti in tema di consumatore fosse confermata, a quel punto, “i responsabili rischiano una sanzione fino a 5 milioni di euro”, fa notare l’associazione.