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Il pontecipe nel suo discorso a Trieste,  in occasione della 50esima Settimana dei cattolici italiani dice: “Certe forme di assistenzialismo che non riconoscono la dignità delle persone – ha sottolineato il Pontefice – sono ipocrisia sociale. E cosa c’è dietro questo prendere le distanze dalla realtà sociale? C’è l’indifferenza e l’indifferenza è un cancro della democrazia. E’ un non partecipare”.

“La prima volta che ho sentito parlare di Trieste è stato da mio nonno che aveva fatto il ’14 sul Piave. E lui ci insegnava tante canzoni e una era su Trieste: ‘Il general Cadorna scrisse alla Regina, se vuoi guardare Trieste che la guardi in cartolina'”. Ha esordito Papa Francesco nel suo discorso a conclusione delle Settimane Sociali della Cei. “Possiamo immaginare la crisi della democrazia come un cuore ferito. Ciò che limita la partecipazione è sotto i nostri occhi. Se la corruzione e l’illegalità mostrano un cuore ‘infartuato’, devono preoccupare anche le diverse forme di esclusione sociale. Ogni volta che qualcuno è emarginato, tutto il corpo sociale soffre”. Ha detto il Papa aggiungendo  anche che “la cultura dello scarto disegna una città dove non c’è posto per i poveri, i nascituri, le persone fragili, i malati, i bambini, le donne, i giovani, i vecchi. Questa è la cultura dello scarto. Il potere diventa autoreferenziale – è una malattia brutta questa – incapace di ascolto e di servizio alle persone”.

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